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domenica 3 agosto 2014

fenice
















Vi sono teorie e leggende sulla fenice in praticamente tutte le culture: sumera, assira, incas, azteca, russa (la leggenda dull’uccello di fuoco), quella dei Nativi americani (Yel), nella mitologia cinese (Feng), indù e buddista (uccello Garuda), giapponese (Ho-oo o Karura) e nella tradizione ebraica (Milcham), tante le teorie ma comune è la realtà: simboleggia la rinascita.
La fenice è uno dei soggetti più frequenti nella tattoo art, è nota per il suo splendore e per la sua immortalità elementi che appartengono alla sua capacità di rinascere dalle proprie ceneri. La leggenda narra che la fenice era manifestazione del Dio del Sole e compariva sulla terra una volta ogni cinquecento anni. Al termine del suo ciclo di vita (che dura proprio cinquecento anni) essa costruisce un nido a forma di uovo intrecciando ramoscelli delle più pregiate piante balsamiche. Quindi vi si adagia, lascia che i raggi del sole l’incendino e si lascia consumare dalle sue stesse fiamme mentre canta una canzone di rara bellezza. Sia il nido che l’uccello vengono ridotti in cenere, dalle quali, dopo tre giorni, sorge una nuova e ancor più splendida fenice. È quindi simbolo di immortalità, poiché si rinnova attraverso la morte e la rinascita ciclica.
Nell’antica Cina, era l’uccello del Feng-Huang e aveva il potere di armonizzare yin e yang, era quindi simbolo dell’unione.
Nella Roma antica, la Fenice era rappresentata sulle monete a simboleggiare la resistenza e la potenza dell’Impero.
E’ simbolo non solo dell’anima immortale e della resurrezione, ma anche di trionfo e di rinascita a nuova vita (o ad un nuovo stile di vita).

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